Mariamu e’ stata
ricoverata 8 giorni fa a Chaaria per una morte endouterina a termine. In
un’altra struttura gia’ era stata tentata l’induzione del parto con oxytocina,
ma la donna non aveva mai iniziato a contrarre.
Secondo la storia da lei
raccontataci, il feto avrebbe potuto essere morto da almeno una settimana prima
che nella maternita’ rurale citata si tentasse il parto medicalizzato.
La donna appariva
settica, con febbre alta e globuli bianchi elevati. Inoltre aveva una leucorrea
purulenta. Temendo una setticemia, abbiamo deciso per una uterotomia con
estrazione del feto morto: il prodotto del concepimento era molto macerato e
l’utero era piuttosto macilento. Abbiamo pero’ optato di non procedere
all’isterectomia, in quanto Mariamu assolutamente voleva altri bambini e non
avrebbe mai firmato il consenso informato per quest’ultima opzione.
I primi giorni del
post-operatorio sono stati nella norma, ma in quinta giornata l’addome si
presentava disteso e dolente, e c’era una perdita vaginale “dalla puzza di
morto”.
L’ecografia dimostrava la
presenza di liquido denso e corpuscolato nella grande cavita’ addominale, tra
le anse intestinali: c’era ancora una certa motilita’ del tubo digerente e la
mamma andava di corpo, ma gli ultrasuoni indicavano chiaramente una peritonite con
pus nella pancia.
All’emocromo i bianchi
erano oltre i 20.000, per il 95% granulociti.
E’ stata molto dura
convincere Mariamu ad accettare il re-intervento, ed e’ stato ancora piu’ arduo
indurla a darci il consenso per una eventuale isterectomia, in caso di utero
non vitale. Abbiamo dovuto essere duri ed insistere che sarebbe morta senza
operazione.
Alla fine siamo riuscito
a portarla in sala, intubarla e curarizzarla.
In addoma abbiamo trovato
un vero disastro: la sutura uterina aveva in parte “mollato”, e la maggior
parte della parete anteriore dell’organo era ormai in avanzata fase di
putrefazione. C’erano aderenze molto tenaci tra l’utero ed il sigma-retto. In
mezzo alle anse del tenue c’erano sacche con litri di pus.
E’ stato gioco-forza fare
una isterectomia d’urgenza, per poi procedere alla lisi delle aderenze e ad un
abbondante lavaggio peritoneale con fisiologica tiepida.
Mariamu si e’ svegliata
bene dall’anestesia ed il post-operatorio sembra essere senza particolari
complicazioni.
Qualcuno mi ha detto dopo
il reintervento: “sarebbe stato meglio fare subito l’isterectomia invece che
suturare l’utero!”, ma si sa che del senno di poi sono tutti molto ricchi.
Fr Beppe Gaido
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