sabato 8 settembre 2012

Escherichia coli enterotossigeno (ETEC) a Chaaria


In questi giorni e’ in corso una piccola epidemia tra i volontari di Chaaria, che uno dopo l’altro sono crollati sotto le grinfie di questo microorganismo. Anche fr Roberto ed il sottoscritto hanno accusato sintomi causati da tale batterio.
Pur se classificato come il piu’ frequente tra gli agenti eziologici di “diarrea del viaggiatore” (Davidson’s. Principles and Practice of Medicine. Churchil Livingstone), l’escherichia coli enterotossigeno da’ a volte sintomatologie proteiformi che possono anche essere prive di diarrea.
La presentazione clinica piu’ frequente, nell’esperienza di Chaaria, e’ quella con diarrea acquosa e tenesmo per alcuni giorni. A volte si associa una febbricola che in taluni casi puo’ salire fino ai 39. Frequente e’ anche la nausea, che si accompagna a sudorazione profusa ed a senso di svenimento. Talora il paziente ha cefalea e dolore epigastrico.
Non mancano casi in cui prevalgono i segni legati al tratto alto del tubo digerente, con nausea, vomito, sudorazioni e senso di malessere... senza pero’ diarrea.
La maggior parte dei problemi accusati dal paziente sono legati alla presenza in circolo di enterotossine prodotte dall’escherichia.
Senza trattamento, la sintomatologia puo’ trascinarsi fino ad una settimana o piu’.
La cosa migliore e’ ricorrere alla terapia con ciprofloxacina ai primi sintomi. Tale farmaco stronca il decorso dell’infezione, portando a risoluzione dei sintomi in 48-72 ore. Utile e’ inoltre una buona reidratazione orale con acqua bollita, the’ o bibite (in pratica, bisogna bere molto anche se si avverte nausea ed anoressia!).
Il colpevole di tali forme morbose a Chaaria e’ certamente l’acqua dei nostri pozzi, fortemente contaminata dall’escherichia coli enterotossigeno.
L’acqua che beviamo e’ sempre bollita, ma bisogna fare attenzione per esempio nell lavarsi i denti con acqua corrente. Inoltre puo’ essere rischioso mangiare insalata o pomodori crudi, in quanto lavati con acqua corrente.
Mentre ricordo a tutti i volontari che vogliono venire a Chaaria che un incidente del genere potrebbe toccare anche a loro, aggiungo che la ciprofloxacina e’ sempre disponibile a Chaaria. Infezioni da escherichia sono state contratte da un discreto numero di volontari, ma tutte si sono risolte senza problemi.
Invito anche a fare la massima attenzione nell’uso dell’acqua corrente, e ad evitare le verdure crude o la frutta non sbucciata.
Altro consiglio che posso dare a tutti i volontari in procinto di partire, e’ anche quello di praticare il vaccino anti-tifico, che proteggera’ il volontario dalle seconda importante forma di enterocolite a Chaaria: quella da febbre tifoide.
Fratel Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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