Dall’inizio dell’anno
abbiamo eseguito 7 prostatectomie. Quattro casi hanno avuto
un post-operatorio abbatsanza normale.
Un paziente ha sviluppato
enormi coaguli in vescica ed ha dovuto essere riportato in sala per ben due
volte.
Un altro caso ha avuto
deiscenza della ferita chirurgica per due settimane, ma poi fortunatamente tutto
si e’ risolto bene.
Un altro operato ha
dimostreato delle irregolarita’ della mucosa a livello del lobo medio,
irregolarita’ che si estendevano alla mucosa vescicale: l’istologico ha
rivelato trattarsi di un carcinoma vescicale con estensione sulla mucosa del
lobo medio della prostata.
Non e’ morto nessuno e
tutti e 7 sono stati dimessi.
Il post-operatorio e’
stato comunque difficile per tutti, con vari episodi di coaguli che ostruivano
il catetere nonostante il lavaggio continuo; qualche paziente ha sviluppato
urina purulenta per vari giorni nonostante antibiotici ad ampio spettro; un
operato ha complicato con emorragia uretrale dopo la rimozione del catetere in
ottava giornata. In un caso abbiamo dovuto trasfondere il malato varie volte.
La nostra piccolissima
esperienza nel 2013 ancora una volta dimostra che la prostatectomia e’
l’intervento con la piu’ alta morbidita’ tra tutti quelli che eseguiamo a
Chaaria.
Cio’ e’ dovuto in parte
all’eta’ stessa del paziente (sono chiaramente molto anziani), in parte alle
varie comorbidita’ (due degli operati di quest’anno per esempio erano anche
diabetici).
Il post-operatorio e’
quindi molto esigente per il personale di reparto (mantenere il lavaggio
continuo; provvedere alle lavature vescicali ogni qualvolta il catetere si
blocchi; la lunga permanenza a letto con il rischio di trobosi venosa profonda,
le medicazioni, l’igiene a letto).
La richiesta di
prostatectomie nel nostro bacino d’utenza rimane comunque molto alta, ed e’ per
questo che continuamo ad eseguirle, tentando di resistere alla tentazione di
lasciar perdere perche’ troppo elevato il numero di complicazioni.
Cerchiamo comunque di
averle un po’ dilazionate nel tempo: piu’ di due lavaggi continui
contemporaneamente non sono infatti gestibili dal nostro personale
infermieristico, soprattutto di notte.
La difficolta’ inerente
alla prostatectomia non e’ quindi tanto l’intervento stesso che ormai facciamo
in un’ora senza troppe ansie... l’ansia comincia in reparto subito dopo la
sala, e dura finche’ il malato va a casa. Qualcuno va male da subito con
sanguinamento e coaguli; altri vanno benissimo finche’ hanno il lavaggio
continuo, e poi si mettono a sanguinare come dei vitelli per la caduta l’escara
dopo l’asportazione del catetere.
Anche per quanto riguarda
la complicazione dissociativa dopo anestesia spinale, la prostata e’ al primo
posto: e’ frequente che un vecchietto, normale prima dell’intervento, diventi confuso
e violento, tanto da strapparsi il catetere e la flebo dopo la spinale. Per
fortuna anche questa complicazione e’ autolimitante ed i nonnini ritornano in
se’ dopo pochi giorni.
In conclusione, possiamo
dire che la prostatectomia non e’ un’operazione estremamente difficile, ma il
post-operatorio e’ davvero complicato.
Fr Beppe Gaido
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