Julius ha 11 anni e proprio di andare a scuola non ne vuol sapere.
Suo padre però non è dello stesso parere e lo vuole obbligare alla
frequenza scolastica.
E Julius che cosa pensa di fare?
Si nasconde sopra un albero, pur di non andare a scuola.
Il padre però lo scova e si piazza ai piedi della pianta mentre gli
ordina di scendere.
Alla fine Julius cede e scende dall'albero, ma ancora non è convinto
di andare a scuola.
Si dà allora alla fuga inseguito dal babbo.
Purtroppo però inciampa e cade su una pietra aguzza che gli provoca
una frattura esposta di tibia e femore, molto in basso vicino alla
caviglia.
Lo vedo arrivare all'ospedale in lacrime, sorretto dal padre che ha
anche confezionato una specie di stecca con dei ramoscelli.
Li guardo, e dal modo in cui sono vestiti mi rendo subito conto che
non posso proporre loro di andare a cercare un ortopedico altrove...
sono evidentemente dei poveracci!
La lastra delle fratture è spaventosa.
Inoltre bisogna decidere subito, in quanto le ossa sono esposte ed il
pericolo di osteomielite è reale.
Mi affido ancora una volta ad internet, ed alla buona volontà del Dr
Cara, il quale, come sempre, mi risponde puntualissimo.
Mi dà quindi le dritte da seguire: non si può mettere una placca, sia
perchè il focolaio di frattura è troppo vicino alla caviglia e sia
perchè la placca sarebbe lei stessa una fonte di osteomielite in una
frattura esposta.
E poi si tratta di un bambino e la frattura è vicinissima alla
cartilagine di accrescimento.
La soluzione che Luciano mi prospetta è quella dell'uso di lunghi fili
di Kirschner.
Mi descrive in power point tutte le fasi dell'operazione e mi augura
buona fortuna.
Sempre io studio con attenzione le diapositive che Luciano mi manda,
per rendermi conto se ce la posso fare o meno.
La seconda foto di oggi vi dà l'immagine visiva dell'ottimo risultato
che abbiamo avuto.
Siamo naturalmente molto entusiasti.
In sala tutti hanno battuto le mani quando siamo riusciti a ridurre e
re-incastrare i monconi tibiali in posizione corretta.
Io poi sono felicissimo ed estremamente grato del modo in cui Luciano
mi guida e mi consiglia.
Ed il risultato di tale collaborazione è sempre il bene dei nostri
poveri pazienti.
Ora Julius deve per forza stare con suo padre, che è ricoverato pure
lui, per assisterlo e stargli vicino: al vederli insieme mi pare
comunque che si siano riconciliati.
La nostra gioia più grande è che Julius potrà nuovamente camminare e
correre come gli altri ragazzi.
Fr Beppe
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