Joseph ha 9 anni; e’ di
Kiamuri ed e’ venuto a Chaaria accompagnato dal nonno.
Ha una brutta frattura
del gomito sinistro, documentata da una lastra; l’intervento pero’ non gli e’
stato fatto, perche’ gli mancavano i soldi.
Mi ci sono voluti pochi
secondi per capire che la situazione di poverta’ era reale.
Mi e’ bastato vedere che
Joseph era vestito con una divisa scolastica lacera (evidentemente in famiglia
non hanno altri vestiti da usare a casa, quando il bimbo non e’ in classe).
Anche l’abbigliamento del nonno e’ logoro: soprattutto la camicia non ha piu’
un colletto vero e proprio, ma solo tessuto strappato e fili sporgenti.
“Se opero il bambino, ho
bisogno di un genitore che stia con lui nel post-operatorio”.
Con gli occhi lucidi il
vecchio mi dice: “papa’ e mamma sono morti entrambi, e mi hanno lasciato due
bambini. Quello che ho a casa e’ molto piu’ piccolo, e non posso stare in
ospedale con Joseph”.
Io non ho la forza di
fare obiezioni perche’ capisco il dramma dell’anziano signore, e gli chiedo semplicemente
di firmare il consenso informato per l’intervento.
L’operazione e’ stata
molto difficoltosa, ma il risultato e’ decisamente decisamente buono, anche se
la foto della lastra non rende completamente ragione dell’esito, in quanto e’
molto bianca a causa della doccia gessata.
Il referto della
radiologa dice comunque che la frattura e’ completamente ridotta ed i frammenti
sono allineati ed in asse..
Sono molto contento, in
quanto l’epifisi omerale era stata praticamente tranciata via e non aveva
alcuna connessione con l’omero stesso.
Joseph e’ in seconda
giornata post-operatoria e non ha male; comincia addirittura a giocare con gli
altri bambini operati prima di lui.
Il fatto che sia un
paziente molto povero mi da’ una gioia aggiuntiva e mi incoragga a proseguire
in questo cammino di impegno totale anche in sala operatoria.
Sono molto stanco perche’
le emergenze si rincorrono e non mi danno tregua: anche oggi, a parte la lista
operatoria consueta, avremo pure un addome acuto che al momento stanno
preparando per la sala. Comunque, il desiderio di essere un punto di
riferimento per coloro che non sanno dove sbattere la testa quando sono malati
gravi, e’ davvero in linea con quanto i figli del Cottolengo devono
testimoniare nella societa’ e nella chiesa di oggi.
Fr Beppe
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