Oggi e' stata una domenica tremenda.
Avevamo grossi problemi con i generatori, e questo ha aumentato la
tensione che ha caratterizzato tutta la giornata.
Non e' stata una vera domenica ma un giorno di superlavoro.
Siamo riusciti a partecipare alla Messa, ma poi tutto si e' susseguito
in maniera caotica, con pranzo velocissimo alle 16.45, prima di
rientrare ancora in sala.
Sono stati cesarei, ma anche un addome acuto da ascesso pelvico, una
brutta ustione e tanti raschiamenti uterini.
I parti naturali sono stati tantissimi.
anche l'ambulatorio era pienissimo.
Poi verso sera e' arrivato un giovane massacrato sulla testa con la panga.
Una lesione tremenda che gli ha portato via mezza faccia e l'orecchio sinistro.
Lo abbiamo suturato con pazienza, cercando di arrestare le emorragie
arteriose, di rimettere il padiglione auricolare al suo posto, e
soprattutto di ricostruire il meato uditivo, spezzato in due dalla
"pangata".
Proprio questo ennesimo atto di violenza con machete mi ha riportato
con la mente al Rwanda: il 7 aprile e' l'anniversario dell'inizio del
terribile genocidio che ha segnato la storia di quel Paese e la
coscienza di tutto il mondo.
Ho degli amici a Kigali, che oggi mi hanno mandato un messaggio
ricordandomi il giorno in cui ho visitato il mausoleo del genocidio
insieme a loro.
Era il 2004, decimo anniversario della follia.
Mi hanno detto che oggi e' stato acceso il bracere che sta nel cortile
del mausoleo, e che la fiamma ardera' per 100 giorni, a ricordo delle
vittime di quel terribile genocidio che duro' appunto all'incirca quel
periodo.
I miei amici hanno tutti dei parenti dispersi che essi
immaginano nelle fosse comuni che si trovano nel sottosuolo del
mausoleo.
Mentre suturo la faccia di questo giovane uomo, cerco di immaginare
che cosa sara' stato il lavoro di un ospedale qualunque del Rwanda in
quei mesi di pazzia e di sofferenza indicibile.
Ho risposto al messaggio dei miei amici rwandesi con le semplici
parole che avevamo letto sul braccialetto ricordo del mausoleo stesso:
"never again. this is our prayer".
Ho anche promesso loro che avrei scritto qualcosa sul blog, in modo
che il mondo non dimentichi mai un orrore simile.
Fr Beppe
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