Per uno strano insieme di circostanze non sono venuto a sapere della
morte del Prof Giuseppe Meo, se non ieri quando ho letto l'articolo
apparso su Missioni Consolata.
Le comunicazioni sono proprio strane anche in era informatica, in
quanto ero al corrente del suo tumore al pancreas e del grandissimo
intervento a cui era stato sottoposto, perchè un volontario che
conosce lui e me aveva pensato di comunicarmelo.
Invece non ho saputo della sua dipartita avvenuta il 28 gennaio di quest'anno.
Abbiamo perso un grande apostolo dei poveri, soprattutto di quelli che
vivono in Sud Sudan.
Ho avuto la fortuna di conoscere Giuseppe Meo personalmente, in quanto
abbiamo avuto l'occasione di parlare entrambi ad un Convegno di
Medicina Tropicale organizzato a Torino tanti anni fa.
Meo conosceva Chaaria, anche grazie a quei volontari che partecipavano
sia alle attività del C.C.M. sia a quelle di Chaaria.
Purtroppo non ci
è mai venuto, ma stimava quello che facciamo per la povera gente. un
viaggio a Chaaria per lui sarebbe stata una perdita di tempo e di
soldi: il tempo lo dedicava al Sud Sudan, e così tutte le risorse del
C.C.M.
Di Meo ricordo molte cose: i suoi libri di chirurgia tropicale che ho
tante volte consultato, ed in essi soprattutto il suo concetto di
"chirurgia povera", incarnata sui bisogni dei più poveri e tesa ad
alleviare al massimo le loro sofferenze con le poche risorse a
disposizione.
Ricordo inoltre il suo amore per una chirurgia umana, in cui le mani
non devono mai soppiantare il cuore ed il rapporto personale con il
paziente.
Mi identifico con lui quando parla della chirurgia come
dell'intervento d'emergenza più risolutivo per la salute dei poveri
del Terzo Mondo.
Mi piace quando dice che in Africa ci vuole sempre
umiltà, ma anche coraggio quando si decide un intervento.
E poi anche
lui ammette che all'operazione segue sempre la paura: "avrò fatto la
scelta giusta? Chissà se il malato ce la farà?"
Meo è per me un modello da seguire e da imitare. Insieme a lui devo
onestamente citare anche il dott Prandoni, fondatore di Wamba ed
ancora vivente.
Non posso oggi non citare il fatto che è stato proprio il C.C.M. a
darmi quasi tutta la bibliografia sulla quale ho costruito la mia tesi
di laurea sulle "diarree batteriche e parassitarie nei Paesi Tropicali
e Subtropicali".
Era il lontano 1989-90.
Grazie quindi alla vita ben vissuta del Dr Meo, e grazie a tutti i
membri del C.C.M. con cui condividiamo la passione per i poveri e per
una medicina povera al loro servizio.
Riposa in pace, Prof Meo.
Fr Beppe
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