E' un bambino di due anni
di età che era stato ricoverato per vari giorni in un ospedale del Tharaka a
motivo di una diarrea con muco e sangue.
In quella struttura
avevano fatto diagnosi di gastroenterite e lo avevano trattato con
metronidazolo, ponendo come causa probabile della malattia una infezione da
ameba.
Il piccolo però non era
mai migliorato e la diarrea era continuata.
Negli ultimi tre giorni
era comparsa anche una distensione addominale che aveva convinto il personale
di quella struttura a dimettere il paziente per mandarlo a fare una ecografia
(esame non disponibile in quell'ospedale).
I sanitari avevano dato
ai genitori una visita di controllo dopo due settimane.
Quel papà e quella mamma
erano sì poveri, ma certamente non sprovveduti in quanto sono venuti subito a
Chaaria (50 chilometri di strada molto difficile). Sono arrivati verso le 13 e
sono stati visitati dai nostri clinical officers Jonah e Lillian.
Devo davvero
complimentarmi con loro perchè in tempo reale essi mi hanno chiamato e mi hanno
informato che avevano un bambino con una intussuscezione intestinale.
Sono accorso ed ho
visitato il piccolo: non vomitava ma era estremamente disidratato; nel
pannolino aveva solo muco limpido con qualche macchia di sangue; anche
l'esplorazione rettale non ha dimostrato feci in ampolla. In regione
peri-ombelicale si palpava però una massa dura ed estremamente dolente.
L'ecografia mi ha
dimostrato un conglomerato di matasse intestinali dilatate.
Ho quindi deciso per
l'intervento d'urgenza, anche se nel referto ecografico mi sono tenuto sul vago
ed ho scritto: addome acuto da possibile intussuscezione o volvolo intestinale.
Alle 14.30 avevamo già
aperto quel piccolo addome ed abbiamo in effetti scoperto che Jonah e Lillian
avevano avuto perfettamente ragione: una lunga invaginazione intestinale in cui
la valvola ileo-cecale era penetrata dapprima nell'ascendente e poi nel
trasverso. La testa dell'invaginazione era addirittura alla flessura splenica.
Ci sono stati momenti
abbastanza tesi in sala in quanto non si riusciva a devaginare i visceri ed
avevamo paura di causare perforazioni intestinali... ma con pazienza certosina
ci siamo pian piano riusciti.
Al principio, l'apparenza
dell'intestino riportato in posizione normale era molto preoccupante, ma poi,
dopo alcuni minuti di impacchi con fisiologica sterile, le anse sono tornate
ragionevolmente rosee. Abbiamo quindi
deciso di non praticare alcuna resezione intestinale.
Keneth ora è stabile nel
post-operatorio.
Noi ci sentiamo molto
contenti di quello che abbiamo fatto: Lilian e Jonah sono stati bravissimi a
fare diagnosi, e noi siamo stati pronti nel fare l'operazione: poche ore ancora
e quell'intestino sarebbe stato necrotico ed avremmo dovuto sacrificarne una
grossa porzione, con non pochi rischi per la vita del bambino.
Ringraziamo di cuore il
Signore per questa bella storia a lieto fine.
Fr Beppe
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