Con questo breve scritto
intendo sinceramente dire grazie a tutte le persone coinvolte
nell’organizzazione delle giornate di formazione per i volontari a Torino, nei giorni di domani
e domenica.
Ringrazio di cuore
l’Associazione Volontari Mission Cottolengo per il continuo supporto verso la
nostra missione di Chaaria.
Esprimo la mia
riconoscenza a tutti i “volontari veterani” che faranno da docenti ed
accompagnatori nelle due giornate di formazione. So che qualcuno ha passato le
notti per preparare delle presentazioni “power point” aggiornate ed
accattivanti.
Ringrazio anche tutti gli
aspiranti volontari che sacrificheranno il loro week end e parteciperanno alla
formazione.
Grazie al Presidente Lino
Marchisio ed a tutto il Consiglio Direttivo dell’Associazione.
Intendo ripetere che sono
totalmente in linea con quanto l’Associazione porta avanti sia nel campo della
selezione e sia in quello della formazione dei nuovi volontari.
Come responsabile dell’ospedale
di Chaaria non posso che ringraziare tutti per l’aiuto economico, lavorativo ed
emotivo ricevuto dall’Associazione per gli ultimi dieci anni.
E’ un aiuto difficile da
definire in modo esaustivo in quanto i volontari sono stati parte integrante della
crescita di Chaaria; i volontari poi ne hanno in qualche modo anche indirizzato
lo sviluppo con le loro competenze e con il coraggio dimostrato nell’insegnarmele.
Pensiamo a tutto l’ambito
chirurgico: sono stati i volontari ad insegnarmi la chirurgia e senza di loro
certamente io oggi non saprei fare gli interventi che eseguo ogni giorno.
Inoltre, senza il contributo insostituibile dell’Associazione, non avrei la
nuova sala operatoria in cui oggi possiamo lavorare in modo confortevole ed
efficiente.
Non possiamo certo
dimenticare l’odontoiatria: è stato grazie ai volontari della Associazione che
oggi possiamo vantare il più bel gabinetto odontoiatrico di tutto il Meru.
La mia prima anestesia
spinale l’ho fatta sotto la guida di un volontario; lo stesso dicasi delle mie
prime ecografie, dell’endoscopia e di molte altre procedure.
Tra non molti mesi le
partorienti potranno avere una nuovissima maternità: anche qui dobbiamo dire
grazie alla Associazione, sia per la raccolta fondi che per i volontari ginecologi
che mi hanno formato e reso capace di gestire quasi tutte le necessità della
nostra popolazione.
Sicuramente potrei
continuare per ore ad elencare le ragioni del mio grazie, perchè è evidente che
i volontari sono parte essenziale di Chaaria, sia come presenze fisiche durante
l’anno, sia come mentori e formatori professionali per il sottoscritto, e sia
come fonte inesauribile di offerte per la missione.
A questo punto mi fa
piacere richiamare all’attenzione dei lettori il fatto che tale aspetto della
vita di Chaaria è molto simile per certi versi agli albore dell’esperienza
cottolenghina (per chi conosce la storia del nostro Santo, parlo degli anni che
vanno dall’ispirazione originaria alla fondazione della Volta Rossa).
Il Cottolengo ebbe la sua
“conversione” al servizio totale verso i poveri assistendo impotente alla morte
di una giovane donna rifiutata da tutti gli ospedali di Torino.
Chiamato al cappezzale di
questa poveretta e vedendo di persona la disperazione del marito e dei figli,
il Cottolengo prese la decisione di fare “qualcosa” affinchè eventi del genere
non si ripetessero più.
Da quel momento
ispiratore, da quella “grazia ricevuta”, il Santo iniziò l’avventura della
Volta Rossa prima e della Piccola Casa poi, e rimase travolto per sempre in una
corsa forsennata lo portava ad aprire nuovi servizi ogni volta che incontrava
una persona nel bisogno. Il Cottolengo imparò a non porre limiti alla sua
azione caritativa, se non quelli imposti dalla limitatezza delle risorse umane
a sua disposizione.
Anche a Chaaria, la
maggior parte dei nuovi servizi sono nati dall’essere spettatori impotenti di qualcuno che moriva perchè non eravamo
in grado di aiutarlo: quanti bimbi sono morti di anemia davanti ai nostri occhi,
prima di poter iniziare con le trasfusioni! Quanti addomi acuti sono andati in
paradiso perchè il trasporto a Meru è stato troppo pesante per le loro
condizioni generali e l’attesa per trovare un chirurgo troppo lunga!
Anche noi, come il
Cottolengo, abbiamo deciso di fare “qualcosa” a Chaaria affinchè tali decessi
non si ripetessero più: ecco che pian piano sono quindi nati i servizi di
trasfusione, la maternità con la possibilità dei cesarei, la chirurgia in tutte
le sue branche, una medicina interna sempre più affinata e specializzata, le varie
attività a favore della TBC, dell’HIV, ecc.
Anche noi siamo stati
travolti in una corsa instancabile di servizio, proprio come il Santo
Fondatore. Chaaria per noi è diventata un sogno da realizzare, un sogno di
amore e servizio incondizionati per chi è ammalato e povero...e, per portare avanti questo sogno, sempre ci
siamo affidati agli insegnamenti dei volontari che hanno creduto in noi e ci
hanno trasmesso delle competenze che poi noi siamo stati capaci di far
fruttificare e di donare ai bisognosi per dodici mesi all’anno.
La prima opera del
Cottolengo, quella che chiamiamo la Volta Rossa, è stata gestita completamente grazie
all’aiuto di volontari e volontarie, almeno fino alla fondazione delle suore
nel 1832.
Anche da questo punto di
vista Chaaria è molto simile a quegli inizi della esperienza cottolenghina,
perchè pure noi ci siamo sempre affidati all’aiuto ed all’insegnamento dei
volontari.
Con questi piccoli
pensieri forse un po’ confusi, desidero semplicemente far sentire ai volontari
che essi sono assoluitamente importanti e centrali nella vita di Chaaria,
proprio come lo sono stati storicamente nella vita nella nascente Piccola Casa.
Le mie vogliono quindi
essere parole di incoraggiamento, di apprezzamento e di riconoscenza.
In conclusione, auguro a
tutti una feconda esperienza formativa a Torino.
Buon lavoro.
Sentiteci in comunione.
Fr Beppe Gaido
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