Lo stupro sempre rappresenta un momento inquietante nella
vita del nostro ospedale; non importa se la vittima è una bambina od una donna
adulta.
Lo stupro è in sè raccapricciante. Ogni volta che visito e mi prendo cura
di una vittima di questo crimine maschilista, mi vergogno di essere un uomo e
vorrei quasi chiedere perdono io stesso a quella donna per quello che i maschi
riescono a fare nella loro brutalità.
L’ultimo caso che mi è capitato tra le mani è quello di una
poveretta letteralmente massacrata dal marito.
L’abbiamo ricoverata di notte in condizioni gravissime: era
incosciente quando è stata portata in ospedale da dei vicini di casa. Gli
accompagnatori non sapevano molto dell’accaduto: l’unica cosa che davano per
certa era che era stato il marito a ridurla così.
La donna aveva multipli ematomi sulla testa ed un tremendo “occhio
nero”. C’erano segni di percosse su entrambi gli zigomi ed i suoi denti
incisivi erano spezzati.
Abbiamo notato una larga ferita lacero-contusa sul braccio
destro, ma fortunatamente non abbiamo riscontrato frattura dell’omero. Con
nostra sorpresa abbiamo poi notato che la donna non aveva la mano sinistra a
causa di una pregressa amputazione: un uomo del genere, che infierisce su una
donna prima di una mano, è ancora più vigliacco.
Da ultimo abbiamo diagnosticato multiple lacerazioni
genitali, abbondantemente sanguinanti.
Dai pochi elementi che siamo riusciti a raccogliere dai
vicini, pare che il marito abbia percosso selvaggiamente la moglie con un
bastone. Probabilmente la poveretta è poi stata stuprata con lo stesso
strumento quando già in stato di semi-incoscienza: le ferite che ho visto
infatti erano quasi certamente causate da un legno o qualcosa del genere.
Dopo il “pronto soccorso sulle lesioni sanguinanti” e dopo
aver escluso fratture, ci siamo concentrati sullo stato di coscienza: la
paziente era in coma ed era particolarmente agitata. Si trattava di sedarla, di
prevenire le possibili convulsioni e di ridurre il probabile edema cerebrale.
Abbiamo usato tutti i farmaci a nostra disposizione, dopo
che, per pura fortuna, siamo riusciti ad incannularle la giugulare, visto che
non c’era verso di trovare una vena in quelle braccia tutte gonfie.
L’indomani l’abbiamo trasportata a Meru per la TAC cerebrale;
siamo andati in ambulanza, con paziente
ancora agitata e completamente incosciente: fortunatamente l’esame radiologico
non ha riscontrato alcuna emorragia interna, ma solo una commozione cerebrale.
Inoltre la TAC ha anche escluso fratture della base cranica
e del massiccio facciale: mi sento quasi male a dirlo, ma penso che la donna
sia stata ancora fortunata, perchè con quel bastone il marito avrebbe potuto
fracassarle la testa e la faccia nel senso letterale del termine.
Le condizioni mentali sono rimaste stazionarie con malata
confusa ed agitata per alcuni giorni.
Da ieri però la donna è più calma ed ha iniziato a mangiare
da sola; è ancora disorientata, ma pare che lo stato di coscienza stia
migliorando: probabilmente la sua situazione psichica era in gran parte legata
allo shock emotivo, pur non negando l’innegabile contributo della commozione
cerebrale.
Ora vedremo cosa fare per i denti: toglieremo tutte le
radici, ma purtroppo a Chaaria non saremo in grado di farle delle protesi.
Le ferite fisiche di questa donna certo pian piano
guariranno, anche se rimarrà quasi certamente sdentata; ma non so come riuscirà
a superate il danno psicologico che il marito le ha inferto con questo stupro
efferato.
Fr Beppe Gaido
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