L’aderenza alla
terapia è molto importante in moltissime condizioni patologiche che richiedono
l’assunzione di farmaci per lungo tempo: pensiamo al diabete, all’ipertensione
arteriosa o all’insufficienza cardiaca.
Nel caso di
malattie infettive, l’aderenza è essenziale al fine di contenere il problema
della resistenza agli antibiotici (mi riferisco per esempio alla tubercolosi,
quando i pazienti devono assumere la dose quotidiana per 6 mesi)
Il caso dell’HIV
è ancora più significativo, in quanto l’aderenza alla terapia è l’unico modo a
nostra disposizione per cercare di contenere il problema della resistenza che
il virus ha in sè, a motivo della facilità con cui avvengono mutazioni.
Si dice che
saltare la terapia per pochi giorni, già possa offrire al virus una finestra di
opportunità per eludere l’azione dei farmaci antiretrovirali.
Spiegare come
assumere i farmaci con fedeltà non è molto difficile quando il paziente è
andato a scuola ed è motivato a curarsi: egli ha infatti gli strumenti per
comprendere e la determinazione per mettere in pratica.
I problemi più
grossi li abbiamo con le persone illetterate e provenienti da aree rurali e
depresse: normalmente la loro vita non è scandita dall’orologia; sovente poi non
sanno leggere, e bisogna usare dei segni iconografici per far loro capire gli
orari di assunzione o il numero di pillole.
Da tempo abbiamo
in uso delle bustine di nylon in cui è disegnato un sole nascente, un sole
pieno, un sole calante ed una mezzaluna, a significare l’alba, il mezzogiorno,
il tramonto e la notte. Usiamo questo stratagemma per far capire ai clienti
analfabeti quando devono assumere la terapia. Il numero di compresse lo
indichiamo con delle crocette al di sotto del disegno che indica l’orario.
Nel caso dei
farmaci antiretrovirali normalmente diamo ai clienti le compresse contate per
un mese, ed alla visita di controllo chiediamo loro di venire con la bustina della
terapia.
Contando il
numero di pillole rimaste possiamo avere un’dea (seppur grossolana) del fatto
che siano stati aderenti o meno alla terapia.
E’ una stima
molto approssimativa perchè è chiaro che qualcuno potrebbe buttare via le
compresse e farci vedere la busta vuota, tanto per darci l’illusione che siano
stati fedeli alla terapia (che, tra l’altro distribuiamo gratuitamente).
Per dare un’idea
delle difficoltà che incontriamo nel monitoraggio dell’assunzione dei farmaci
antiretrovirali, vi racconto il caso di Joan che viene da un’area rurale ed
isolata a circa 20 chilometri da Chaaria (per chi conosce i nostri dintorni,
essa vive a Kauthene).
Joan non sa nè
leggere nè scrivere, e vive in una casupola senza elettricità.
E’ venuta ieri e
le ho chiesto se avesse assunto le medicine regolarmente al mattino ed alla
sera (cioè al momento del sole nascente e del sole calante sulla bustina).
Lei ha risposto
di sì in modo sicuro e con un sorriso raggiante.
Io però ero molto
preoccupato dal fatto che potevo contare un certo numero di compresse rimaste
nella busta consegnatami da Joan; l’ho quindi incalzata dicendo: “eppure la
matematica ti tradisce e devi aver saltato la medicina per almeno cinque
giorni”.
Lei si è
rabbuiata un attimo; poi ha guardato il marito che le stava vicino, in piedi,
immobile come una cariatide e completamente ammutolito: “ma certo che ci cono
delle medicine rimaste. Io devo prenderle quando sorge il sole e quando il sole
tramonta...guarda il disegno! Ma non ti
sei accorto che per almeno cinque giorni ha fatto brutto ed ha piovuto? Il sole
io non l’ho visto nè sorgere nè tramontare... e quindi non ho preso la
medicina”.
Joan è stata così
tenera e disarmante che non ho avuto la forza di arrabbiarmi. Con l’aiuto di
una traduttrice, ho rispiegato tutto nuovamente in kimeru, anzichè in
kiswahili, e poi ho insistito sul fatto che il sole sorge anche quando è
nuvoloso e che le medicine non bisogna mai saltarle: si prendono quando fa
chiaro al mattino e quando fa buio alla sera.
Essa ha battuto i
pugni sul tavolo più volte per farmi capire che stavolta aveva capito proprio
bene.
Vedremo cosa
succederà alla prossima visita di controllo.
Fr Beppe Gaido
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