A Chaaria vivremo il
mistero del Natale nel modo più incarnato e più vero: lo vivremo cioè con i
nostri malati per cui siamo felici di dedicare tutte le nostre energie e la
nostra stessa vita. Se riusciremo e non ci saranno emergenze, parteciperemo
alla messa di mezzanotte in parrocchia...se no, la nostra messa di Natale sarà
al fianco della persona che dovremo servire in emergenza.mercoledì 17 dicembre 2014
Buon Natale a tutti i lettori
A Chaaria vivremo il
mistero del Natale nel modo più incarnato e più vero: lo vivremo cioè con i
nostri malati per cui siamo felici di dedicare tutte le nostre energie e la
nostra stessa vita. Se riusciremo e non ci saranno emergenze, parteciperemo
alla messa di mezzanotte in parrocchia...se no, la nostra messa di Natale sarà
al fianco della persona che dovremo servire in emergenza.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido


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