E’ ancora molto frequente
nei villaggi attorno a Chaaria.
Le complicazioni di
questa pratica sono moltissime, ma oggi condivido con i lettori quella che più
frequentemente osserviamo nel nostro ospedale.
Si tratta della placenta
ritenuta.
E’ abbastanza frequente
ricevere una donna che ha partorito a
casa con successo, ma che non è riuscita a secondare la placenta. Si tratta di
una complicazione molto rischiosa per la vita della partoriente, in quanto una
placenta ritenuta può causare perdite ingenti di sangue in pochi minuti: ciò
significa che una donna che magari è già relativamente anemica a causa di una
splenomegalia o di una malaria ricorrente, può raggiungere livelli di
emoglobina pericolosi per la vita in pochissime ore.
L’arrivo in ospedale a
Chaaria è spesso ritardato da vari fattori, come per esempio le condizioni
delle strade, o la diponibilità di un matatu che possa trasportare fin qui la
donna. In genere passa parecchio tempo dal parto al ricovero.
Sempre quindi la placenta
ritenuta post-partum è un’emergenza: si tratta di reperire immediatamente un
accesso venoso per infondere liquidi e farmaci di rianimazione, al fine di
contrastare lo shock emorragico; celermente bisogna poi sedare la paziente per
poter procedere alla rimozione manuale della placenta ed alla revisione della
cavità uterina, al fine di bloccate la perdita di sangue. Spesso bisogna anche
procedere urgentemente a testare il gruppo sanguigno ed a eseguire le prove
crociate per poter trasfondere la paziente.
Anche oggi abbiamo
ricevuto un caso di palcenta ritenuta.
E’ successo durante la
Messa: siamo però stati in grado di intervenire molto celermente.
La mamma era
completamente scioccata e presentava una profusa sudorazione fredda, ma, con
uno sforzo sinergico tra il personale della sala parto, quello del laboratorio
e quello della sala, siamo riusciti a salvare la donna che, oltre alla placenta
ritenuta, aveva anche una lacerazione cervicale sanguinante ed una seconda
lacerazione sul perineo.
Il cordone della placenta
era imbrattato di terra ed è quindi stato necessario anche instaurare una
terapia antibiotica ad ampio spettro a scopo profilattico.
Nel caso odierno
fortunatalemte il bambino era in ottime condizioni, ed è giunto in ospedale
pochi minuti dopo la mamma, portatoci da altre donne del villaggio.
Questo neonato, che ha
rischiato di diventare orfano il primo giorno della sua vita, può ora essere
allattato dalla sua mamma che è assolutamente fuori pericolo.
Fr Beppe Gaido
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