sabato 6 dicembre 2014

Un coordinato atto di carità

NN è un giovane maschietto proveniente dal Tharaka da una famiglia estremamente povera. La sua casa vi può lasciar immaginare le sue condizioni di miseria (i bimbi nella foto sono suoi cugini).
E’ sieropositivo probabilmente dalla nascita, e da molti anni è ricoverato presso il Cottolengo di Langata, dove riceve assistenza, formazione scolastica e terapie mediche.
I farmaci antiretrovirali nell’ultimo decennio hanno fatto dei veri e propri miracoli qui in Africa, ed anche questo bambino, che tutti pensavano morisse dopo pochissimo tempo, è invece arrivato al termine della scuola primaria e necessita di circoncisione rituale prima di poter accedere alla secondaria.
Non si potrebbe non circonciderlo: ciò costituirebbe un elemento di ostracismo sociale per lui!
Al fine di offrirgli un’operazione assolutamente sterile ed anche per impedire che altri ragazzi potessero essere contaminati, abbiamo organizzato un’azionecombinata tra il Cottolengo di Langata, il nostro ospedale e la comunità di Gatunga.
Il ragazzo è infatti stato accompagnato dalle suore di Nairobi qui a Chaaria, dove abbiamo praticato la circoncisione e lo abbiamo tenuto in ospedale fino a quando la ferita si è completamente rimarginata.


A questo punto, le sorelle di Gatunga sono venute a prenderlo e lo hanno accompagnato dal sacerdote di una parrocchia del Tharaka che organizza corsi di formazione per i giovani della zona appena circoncisi.
NN ha delle scatolette che contengono i farmaci antiretrovirali che deve assumere, ed è assolutamente indipendente e fedele alla terapia: proprio per questo potrà assumere le sue medicine con regolarità e senza dare nell’occhio.
Nessuno degli altri ragazzi (che a differenza di lui sono stati circoncisi nel dispensario di quella parrocchia) verrà a sapere che lui è sieropositivo, ed in tal modo si eviterà lo stigma che qui da noi è ancora molto forte.
Con tale azione sinergica siamo quindi stati in grado di assicurare ad NN la sua circoncisione tradizionale (così importante nella cultura locale), il corso di iniziazione alla vita adulta (parimenti essenziale per potersi chiamare veramente adulto) e la necessaria asepsi e prevenzione per la sua situazione HIV.
Anche in questo caso abbiamo toccato con mano che, uniti, possiamo fare cose molto belle.


Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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