giovedì 31 agosto 2017

Sta arrivando settembre!

...e questo per noi da sempre vuol dire "baby boom".
A settembre nascono i bambini concepiti nelle vacanze natalizie, quando molti mariti ritornano a casa dal posto di lavoro lontano.
I neonati di settembre li chiamiamo scherzosamente natalini proprio per questa circostanza.
Da sempre ci prepariamo ad un aumento di lavoro in maternita' nel mese di settembre...quest'anno la situazione sembra presentarsi ancora piu' difficile a causa della lunghissima paralisi della sanita' pubblica che gia' di per se' ci sta mettendo in ginocchio.
Da oltre tre mesi in maternita' straripiamo e lavoriamo in condizioni proibitive.
Se a queste si aggiungera' il "baby boom", non so proprio come faremo.
Negli ultimi tre mesi la media giornaliera dei parti e' stata sui 40, mentre il numero dei cesarei e' oscillato tra i 5 e gli 8.
Da ieri mattina a questa sera abbiamo fatto 17 cesarei, passando in sala anche parte della notte.
Oggi in giornata i cesarei sono stati 9, e questo ha ovviamente comportato il dover rimandare parte degli interventi programmati.
Nonostante tutto comunque siamo riuscito a operare 4 fratture, a fare una prostatectomia, alcune chirurgie minori, e soprattutto una tiroidectomia per gozzo veramente importante.
Questa tiroidectomia mi ha caricato molto perche' e' andata bene, nonostante molti mi avessero scoraggiato dal tentarci.


La paziente e' sveglia, respira bene e parla, anzi e' molto affamata e chiede cibo.
Mi si chiudono gli occhi e sono davvero stanchissimo.
Prego il Signore che stanotte non ci siano altre chiamate.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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