domenica 28 ottobre 2018

Che fare?

Sembra che abbia problemi di coagulazione.
Ha un grosso ematoma che abbiamo evacuato, ma non abbiamo trovato alcun vaso chiaramente da chiudere. Il sanguinamento viene un po' dappertutto e non siamo riusciti a suturare una chiara fonte di emorragia.
Lo abbiamo tamponato con garze ed al momento non sanguina.
Ma Lui e' paurosamente anemico e debolissimo.
Ha 3 grammi di emoglobina. In emoteca avevo una sacca di sangue zero positivo, ma e' stata del tutto inutile. Dopo la trasfusione l'emoglobina non e' risalita affatto.
Lui ha bisogno di molto piu' sangue.
Mi sono attaccato al telefono ed ho chiamato tutti gli ospedali della zona, implorandoli per un po' di sangue.
Nessuno ha una sacca di zero positivo da darmi.
Io sono di gruppo A positivo, mentre le due volontarie sono B positivo...non possiamo quindi donare.
L'ho visitato poco fa.
Non sanguina piu'. E' cosciente ma stremato.
Gli ho promesso che domattina riprendero' le ricerche di sangue e gli ho detto di tenere duro.
Lui mi ha detto di pregare per lui perche' sente che sta andando in Paradiso.


Io mi sento a pezzi.
Non so proprio dove cercare il sangue e non sono sicuro che il paziente possa resistere a lungo.
L'ho salutato poco fa e gli ho semplicemente detto che prego per lui.

PS La sacca di sangue B positivo nella foto ovviamente non e' quella che ho usato per lui

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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