venerdì 25 gennaio 2019

Una nuova attività

Oggi ho iniziato una nuova avventura, dopo ripetute ed accorate richieste da parte delle suore cottolenghine che operano nei centri di salute di Mukothima e di Gatunga.
La richiesta e’ di recarmi in una delle due missioni l’ultimo venerdi’ di ogni mese con lo scopo di aiutare sia nella formazione del personale che nella visita dei pazienti.
Oggi a Chaaria mi sono organizzato con la presenza della dottoressa
Apophie e mi sono recato a Mukothima…75 minuti in auto.
Ad attendermi ho trovato il personale sanitario delle due missioni.
Sr Merci e gli infermieri di Gatunga sono infatti venuti a Mukothima per incontrarmi.
La giornata e’ iniziata con due ore intensive di formazione con proiettore e diapositive su diabete mellito e sue complicazioni.
I discenti erano molto attenti e chiaramente famelici di formazione…e’ infatti difficile per loro avere la possibilita’ di partecipare a corsi di aggiornamento.
La sezione formativa e’ stata ricca di interazione e di domande.
Dopo la lezione, il personale di Gatunga e’ tornato alla missione per aprire il servizio ai pazienti che li aspettavano. Gatunga dista 20 chilometri di strada non bella da Mukothima.


Io invece ho visitato i pazienti di Mukothima, sia in ambulatorio che in reparto. Il fine era di commentare sulle terapie instaurate ed aiutare gli infermieri della struttura a correggere errori ed a migliorare il razionale dei farmaci usati.
Ho lavorato senza pausa pranzo insieme a personale molto recettivo, al fine di poter finire entro le 15.30 e tornare a Chaaria per le 17, a motivo di un addome acuto in cui la Dottoressa Apophie aveva bisogno del mio aiuto.
La richiesta delle due missioni cottolenghine e’ che io continui a visitarle una volta al mese, sia per la formazione che per i pazienti.
L’accoglienza ricevuta, l’attenzione durante le lezioni, la gioia dei malati da me visitati mi incoraggiano a fare qualche sacrificio ed a portare avanti anche questo servizio, sebbene cio’ implichi qualche ora di assenza da Chaaria ed un po’ di fatica in piu’.
Per inciso: l’addome acuto era una appendicite retrocecale ed e’ andata bene.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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