sabato 26 gennaio 2019

Pretermine

Mia madre pensava di non essere a termine ma non si ricordava bene l'ultima mestruazione.
L'ecografia aveva dimostrato in effetti che la mia eta' gestazionale era sulle 33 settimane.
I medici quindi hanno somministrato alla mamma farmaci intesi a fermare le contrazioni...ma queste sono continuate imperterrite.
Otto ore dopo il ricovero, e nonostante la terapia, sono nata io.
Piango forte, riesco a succhiare, peso 2100 grammi.
Mi hanno messo in incubatrice e mi hanno incannulato una vena per darmi delle medicine, ma onestamente io so che ce la faro'.
Sono piccola ma mi sento forte ed ho tanta fame.
Ho davvero voglia di vivere.

Bimba ancora senza nome


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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