martedì 26 febbraio 2019

Violetta

E' handicappata mentale e non si sa spiegare bene.
Ha una massa in epigastrio che in un altro ospedale hanno definito come cisti del mesentere.
Lei non si sa spiegare molto bene, ma la zona sembra molto dolente.
Decidiamo di correre in sala anche se la sua mamma dice che la ragazza va di corpo.
Palpatoriamente mi sembra un'ernia epigastrica.
Ed infatti e' proprio cosi'.
Spero contenga solo omento, ma e' un po' troppo grossa.
Mi avvicino con circospezione, e nella massa trovo un'ansa ileale necrotica e gia' perforata.
Dobbiamo fare una resezione intestinale, ma credo che siamo arrivati in tempo per salvare la vita di Violetta. L'intervento non e' durato piu' di un'ora.


L'ho vista poco fa.
E' stabile anche se un po' dolente.
Spero che ce la faccia.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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