martedì 23 aprile 2019

A Chaaria, da Beatrice.

Sono cresciuta più in questo mese che in molti anni della mia vita.
I giorni si sono susseguiti talmente pieni e ricchi che pare ne siano passate così tante di vite..
Torno più alta degli altopiani Kenyoti e più colma della terra ocra di Chaaria.
Ho superato me stessa, oltre ad ogni mio confine.
Ho scoperto l'insaziabile bellezza del risveglio con i grilli e i galli,
Ho toccato la forza dopo lo sconforto impotente di fronte a tanto dolore,
Ho amato la stanchezza dei miei occhi, quando fuori viene buio e non puoi fare altro che rimanere in contemplazione.
Ho avuto l'onore e il privilegio di lavorare per la vita.
Vorrei rimanere qui, 
Per continuare a crescere.
Vorrei rimanere qui,
Per continuare a servire, e
Vorrei rimanere qui
Perché non mi sono mai sentita così tanto appartenere.
Grazie, per tutto.

Beatrice










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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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