martedì 2 aprile 2019

Formazione alle nuove generazioni

Come gia' avevo fatto alla scuola primaria di Njuthine un mesetto fa, oggi sono stato chiamato per 90 minuti di formazione alla scuola secondaria di Nguchia, un'altra frazioncina di Chaaria a 10 minuti di auto dall'ospedale.
L'orario previsto e' stato tra le 7.30 e le 9 del mattino, prima che io iniziassi la seduta operatoria. Qui gli studenti riportano a scuola prestissimo (verso le 6.30), per cui erano tutti sveglissimi.
Il tema e' stato nuovamente legato alla conoscenza ed alla prevenzione dell'HIV e delle malattie sessualmente trasmesse.
Oggi e' stato piu' facile della volta precedente perche' gli studenti erano piu' alti e maturi a sufficienza per comprendere l'importanza del tema trattato.
Sono stati attentissimi ed hanno fatto molte domande.
Credo e spero che non sia stata una perdita di tempo, che questi giovani abbiano imparato delle cose utili per la loro vita e che poi diffondano le conoscenze avute oggi anche tra i coetanei, che incontreranno a casa,,,visto che in settimana iniziano le vacanze.


La formazione nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili e' sempre stata parte integrante del mio impegno, anche se mi dedico a queste attivita' in modo marginale a causa della pressione lavorativa in ospedale.

Fr Beppe






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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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