sabato 14 novembre 2009

Chaaria si ripopola

Questa mattina alle 3.45 il nostro Joseph era gia’ all’aeroporto per accogliere il primo gruppo di volontari dalla Sardegna (associazione che fa capo al dott Luciano Cara).


Hanno iniziato il viaggio nel cuore della notte da Nairobi, e, dopo una prima colazione ad Embu, sono arrivati a Chaaria stremati ma contenti, verso l’ora di pranzo.


Joseph avrà un week end difficile. Ora è a casa che si riposa, ma domattina ripartirà per Narobi, al fine di accogliere il secondo gruppo che arriva invece da Torino.


Dalla Sardegna abbiamo accolto:

  1. un dentista, che così ci dà la possibilità di concedere due settimane di ferie a Mercy
  2. una dottoressa di pronto soccorso, che ci sarà di grande aiuto nella gestione del reparto
  3. due tecnici della manutenzione, a cui affidiamo la riparazione delle carrozzelle dei Buoni Figli


Da Torino invece attendiamo


  1. un’altra dottoressa di medicina interna che ci sarà di grande aiuto anche per il fatto che esegue ecografie
  2. un infermiere che certamente troverà un sacco di lavoro tra i pazienti più gravi
  3. un volontario per i Buoni Figli


Aspettiamo ed accogliamo con gioia anche il ritorno di Fr Giancarlo dall’Italia.


Saremo un bel gruppo e cercheremo di aiutarci a vicenda sia per il servizio dei malati che per la nostra vita insieme. E’ bello quando l’esperienza di volontariato non si riduce a lavoro soltanto, ma diventa anche occasione per instaurare nuove amicizie.


Colgo anche l’occasione per ringraziare sia Fr Giuseppe Meneghini, sia i volontari che personalmente ci hanno portato utilissimo materiale ospedaliero.


Soprattutto quanto il dentista ci ha donato, ci permetterà di risparmiare notevolmente nel gabinetto odontoiatrico, dove cerchiamo di tenere i prezzi bassi, ma dove è quasi automatico andare in rosso. Anche le medicine ricevute ci aiuteranno ad economizzare.


Ringraziamo sia il gruppo “Volontari Sardi”, che l’associazione “Volontari Mission Cottolengo” per il continuo sostegno.



La comunità di Chaaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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