lunedì 30 novembre 2009

Diverse tipologie di medico per l'Africa

Ci sono diverse tipologie di impegno medico, che sento egualmente importanti ed in qualche modo complementari.


1) Ci sono persone totalmente dedite alla ricerca ed allo studio.
Essi sono interessati soprattutto alle patologie; raccolgono dati, e poi cercano di estrapolare nuove idee, terapie innovative o strategied’avanguardia per combattere una malattia. Essi sono importanti, anche se, il piu’ delle volte, non vivono in Africa, e ci vengono per periodi limitati. Sovente poi, essi non realizzano rapporti continuativi con una certa realta’, ma si spostano di Paese in Paese, in quanto hanno la necessita’ di seguire l’andamento di una patologia, piu’ che prendersi cura di una particolare popolazione. Essi lavorano per l’Africa in maniera globale e focalizzano i loro sforzi sulle problematiche da risolvere, piu’ che sulle singole persone che soffrono. Aiuteranno si’ il singolo, ma in modo indiretto... per esempio fornendo nuovi protocolli terapeutici per persone mai incontrate personalmente.
2) Ci sono poi medici che si occupano principalmente di cooperazione.
Anch’essi generalmente vivono ed operano nel mondo occidentale, e visitano frequentemente delle realta’ specifiche, a beneficio delle quali si impegnano con la raccolta di fondi, con la realizzazione di progetti sia medici che di costruzione edilizia. Spesso fanno parte di ONG (organizzazioni non governative), che sponsorizzano anche il lavoro di alcuni medici che si recano in Africa per 1-2 anni, a servizio di una certa realta’ (vedi ospedale di Mekele per il gruppo del Prof. Morrone). Anche questo medico-organizzatore-coordinatore e’ estremamente importante perche’ garantisce a chi e’ sul campo in Africa i fondi e le infrastrutture, senza i quali non si puo’ fare assolutamente nulla.
3) Ci sono invece altri che vivono in Africa a tempo pieno, come il sottoscritto e come tanti missionari sia religiosi che laici, sia cattolici che protestanti. La nostra caratteristica e’ di stare piu’ a lungo in una determinata realta’, con la possibilita’ di una condivisione piena di vita con le persone che siamo chiamati a servire. Ritengo che questa sia l’esperienza piu’ gratificante, e certamente quella piu’ confacente ai miei ideali reigiosi di donazione totale. Ma non intendo certo affermare che sia la tipologia di medico piu’ importante per l’Africa.
4) Ci sono poi dei sanitari che, pur vivendo per molti anni in Africa, magari come missionari per gruppi protestanti o per la chiesa cattolica, dedicano la loro vita alla formazione del personale medico locale: essi hanno dato vita a scuole di medicina, e sponsorizzano la specializzazione di clinical officers africani, al fine di dare loro le necessarie conoscenze, per poi tornare alla nazione di origine e servire meglio la loro gente (e’ il caso del Prof. Grossman con la sua scuola di dermatologia a Moshi in Tanzania).
5) Ci sono quindi i volontari che dedicano le loro vacanze per andare ad aiutare in situazioni difficili, come quella di Chaaria per esempio. Il loro lavoro, pur limitato nel tempo, e’ estremamente importante e fa sempre crescere il livello di prestazioni che una particolare struttura missionaria riesce ad offrire. Essi molto spesso sono anche dei maestri attraverso cui i medici di prima linea come il sottoscritto, imparano tecniche nuove per il bene dei pazienti loro affidati. La loro importanza naturalmente cresce in maniera esponenziale, quando decidono di ritornare piu’ di una volta nella stessa struttura: in tal modo diventano dei punti di riferimento fissi a cui riferirsi per i casi piu’ difficili.
Quale sia la tipologia piu’ importante di medico e’ molto difficile dirlo... e forse non e’ neppure cosi’ importante saperlo. Tutte le figure sono egualmente necessarie, allo stesso modo in cui in un esercito ci vogliono sia i generali che fanno piani nelle retrovie, sia i ministeri che raccolgono i fondi, sia i soldati che si sacrificano in prima linea.
La cosa piu’ importante e’ di creare un sistema di travaso... una specie di trasfusione continua, attraverso cui lo studio degli scienziati, le raccolte fondi delle ONG, la preparazione tecnica degli specialisti che saltuariamente possono recarsi in Africa, possano in qualche modo raggiungere i medici degli ospedali missionari piu’ sperduti. Questi dottori tropicali spesso devono far fronte a patologie molto disparate, per cui neppure hanno una specializzazione sufficiente; inoltre a loro manca il tempo necessario per una diagnosi adeguata, perche’ la pressione creata dal numero dei malati e’ troppo alta.
Essi hanno un sacco di pazienti... forse troppi... e questo rende tali medici vulnerabili, esposti all’errore diagnostico e terapeutico, oltre  che allo scoraggiamento ed alla solitudine.
Ecco che si viene quindi a creare il bisogno di una rete, in cui, quasi come nei vasi comunicanti, la conoscenza degli specialisti e degli studiosi raggiunga chi e’ solo sul campo. Questo creera’ un sistema di cui beneficeranno non solo i malati, ma anche il medico missionario.
E’ un sogno che questo si realizzi?
Forse si’... ma se si e’ cocciuti, e si sogna in tanti, possiamo sperare che il nostro sogno si trasformi in realta’.



Fr Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....