Nell’ambito del Progetto, in due incontri (il 12 e il 20 novembre) è avvenuta la donazione all’Ospedale di Chaaria di un importante strumento per l’ambulatorio ottico/oculistico: una lampada a fessura. Donatore è stato il Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto”.
Riporto alcuni testi relativi agli interventi avvenuti nell’ambito degli incontri.
Prof. Alessandro Corsini, coordinatore del progetto
Il progetto
Prof.ssa Battilani Cecilia, insegnante di laboratorio ottico
Il Progetto “Occhiali per l’Africa”, nato il 7 gennaio 2005 con finalità professionali e di cittadinanza attiva, produce occhiali da vista sulla base di prescrizioni provenienti dall’Ospedale del Cottolengo in Kenya.
Il progetto è nato per:
· Offrire agli studenti ottici, con abilità specifica nelle attività di laboratorio, l’opportunità professionale di produrre occhiali per pazienti reali su prescrizione optometrica, fornendo loro in tal modo anche uno stimolo molto forte sul piano delle motivazioni allo studio e all’impegno nelle esercitazioni pratiche.
· Dare l’opportunità a Strutture sanitarie operanti nel Terzo Mondo in favore delle persone povere, di rispondere al bisogno di occhiali, senza aggravio di spesa per quanto riguarda la realizzazione dei medesimi.
· Realizzare una concreta collaborazione tra Scuola, Aziende e Strutture sanitarie del settore, e Istituzioni, nello spirito della tanto auspicata integrazione delle Istituzioni scolastiche autonome nel territorio.
Dall’inizio del progetto abbiamo costruito 124 occhiali su prescrizione specifica: tra questi segnalerei 8 occhiali bifocali, 2 occhiali progressivi e 26 occhiali, per persone ipovedenti di età compresa tra i 6 e i 24 anni, con lenti da -5, -6, -7, -10, -11, -12, +13, + 16; abbiamo inviato anche 1327 occhiali da lettura premontati di varia gradazione e tipologia (954 chiari e 373 bifocali ombrati).
Dallo scorso anno poi la collaborazione è allargata anche agli ospiti indigenti delle Case di riposo FeDiSA e ai pazienti poveri che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Caritas reggiana.
Oltre alla produzione degli occhiali, il progetto si è preoccupato negli anni di trovare finanziamenti per provvedere l’ambulatorio ottico/oculistico africano degli strumenti essenziali dei quali era sprovvisto.
Inizialmente sono stati inviati in Kenya un interpupillometro elettronico (pagato dalla Caritas) e una valigetta di lenti di prova (donata da un ottico veronese).
Dal 2006 poi si è avviata la collaborazione con il Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto” che si è fatto carico prima della donazione di un
“Frontifocometro” (con una spesa di 1035 Euro) ed oggi di una “Lampada a fessura” (con una spesa di 2872 Euro).
Questo strumento è molto importante perché permette osservazioni globali dell'apparato oculare.
Quale insegnante dell’IPSIA Galvani sono molto soddisfatta di questa sinergia tra Istituzioni che inserisce l’Istituto nel territorio e permette al Progetto Occhiali per l’Africa di operare sempre meglio, a vantaggio di tutti: degli studenti impegnati, dei pazienti africani ed ora anche dei pazienti reggiani in condizione di bisogno grave.
Circa la sperimentazione con gli anziani
prof. Salzillo Giulia, insegnante di laboratorio ottico
Con questo progetto, siamo pertanto riusciti a creare tutte le fasi che i ragazzi possono incontrare nel loro futuro lavorativo, che solo con lo svolgimento delle normali lezioni scolastiche non è facile simulare adeguatamente. Fasi quali ad esempio possono essere la misurazione della vista, la rilevazione dei parametri fondamentali, la scelta della montatura e delle lenti, il montaggio dell’occhiale e il controllo e la consegna dell’occhiale al paziente.
Un altro aspetto formativo molto importante per i ragazzi della classe Quinta, è stato rapportarsi con persone anziane con qualche problema motorio, di udito o semplicemente di vecchiaia: superati i primi normali timori sono riusciti a eseguire il loro lavoro. (…)
A tutti sicuramente rimarrà impresso il Sig. XXXXXX , che con la sua miopia di –16.00 Diottrie andava in giro senza occhiali; dopo avergli consegnato gli occhiali il suo viso ha cambiato espressione come se si fosse accesa la luce per la prima volta dopo tanto tempo. Oppure la Sig.XXXXXX di 90 anni che durante l’esame della vista abbracciava l’alunno che lo eseguiva e gli diceva: “Che Dio ti benedica”.
La parola del Presidente del Lions Club Albinea e del Governatore del Distretto 108tb
Parlando agli studenti il Presidente del Lions Club Albinea, l’ing. Lucci ha detto: “I Lions Club intendono dare ai giovani di tutto il mondo l’opportunità di contribuire individualmente e collettivamente allo sviluppo della società quali membri responsabili della comunità locale, nazionale e internazionale. Per questo, insieme alla Dott.ssa Casoli che mi ha preceduto, ho appoggiato subito il progetto “Occhiali per l’Africa” perché coinvolge diverse istituzioni, ma soprattutto perché coinvolge gli studenti che vedono la loro opera portata all’estero, servire a pazienti che beneficeranno degli occhiali che questa scuola insegna loro a costruire; è così superata la frattura tra scuola e territorio, tra scuola e vita reale.”
La prof.ssa Ardizzoni Magi, Governatore del Lions Distretto 108tb, ha detto: “La scuola, i giovani e le loro famiglie che ho conosciuto nella mia attività come insegnante sono ancora nel mio cuore. Sono onorata oggi di essere qui per sostenere questa sinergia tra Lions e Scuola che ben si inserisce nella nostra volontà di essere al servizio degli altri per offrire positive prospettive di vita. Questa mattina è stato concretizzato il nostro lavorare insieme noi, voi ragazzi del Galvani ed altri operatori e giovani del lontano Kenya: questo è bellissimo, serve a costruire la comprensione tra i popoli, a comprendere che chi ha avuto di più dalla vita è moralmente tenuto a dare. Mi auguro che questa collaborazione continui perché la scuola sia sempre più vicina alla realtà sociale globalizzata”.
L’interesse della delegazione Lions per il progetto e l’attenzione rivolta agli studenti hanno dato prova dell’effettivo impegno del Lions Club Albinea nello spirito del “We serve”.
L’intervento di un volontario cottolenghino il 12.11
Paolo Riggio, referente per l’Emilia Romagna
Quale referente per l'Emilia Romagna dell'Associazione Volontari del Cottolengo desidero esprimere al Lions Club Albinea e all'Istituto Galvani la gratitudine del Cottolengo per questa seconda preziosa donazione in favore dell'ambulatorio ottico-oculistico dell'ospedale di Chaaria.
Sono un volontario cottolenghino da circa sette anni e due volte ho avuto l'onore d'essere a Chaaria, e sono stato testimone diretto di come, anche nel continente più povero - perché più depredato: l'Africa - il Cottolengo con tenacia mantenga l'impegno per cui il santo fondatore Giuseppe Benedetto Cottolengo ostinatamente volle – il lontano 27 Aprile del 1832 – la nascita della Piccola Casa a Torino. Vale a dire semplicemente questo: dare sollievo e cure a coloro che non ne hanno, agli “ultimi della società”.
La spiritualità del Cottolengo è infatti tutta incentrata nel vedere nel volto d'ogni ultimo, sofferente, abbandonato, il volto di un Maestro, il volto di Gesù. L'uomo Cottolengo aveva capito, aveva interiorizzato e sperimentò che la ricchezza non risiede tanto in ciò che si possiede, ma in ciò che si è in grado, con amore, di donare: il proprio tempo, le energie, le risorse; nel suo caso l'intera vita.
Nella mia esperienza di volontario al Cottolengo ho avuto l'onore di conoscere tanti maestri, splendidi esempi di vita come molte suore e fratelli che quotidianamente donano se stessi senza aspettarsi alcuna ricompensa: la ricompensa è spirituale, è il dono di sé... e di incontrare tanti maestri fra i malati, fra coloro che quotidianamente portano la croce della propria infermità – spesso così intrinsecamente legata all'intera esistenza –, di portare questa croce con dignità. Persone dalle quali ho attinto e attingo moltissimo: è esperienza comune fra chi sceglie di far volontariato quella di ricevere infinite volte più rispetto a ciò che si è in grado, con amore e umiltà, di offrire.
In una regione poverissima quale è il Meru – dove si trova dislocato l'ospedale di Chaaria – il Cottolengo opera con due strutture fra loro adiacenti: una missione e un ospedale. Nella missione risiedono più di cinquanta persone affette da disabilità mediamente gravissime, persone che la nascita aveva condannato a precocissima morte: la gravità della malattia - combinata all'assenza d'autonomia - rappresenta purtroppo spesso sentenza inappellabile. Ebbene queste persone ricevono cure, fanno terapie riabilitative, terapie occupazionali; grazie al lavoro di operatori competenti viene loro quotidianamente restituito ciò che di più caro ciascun essere umano possiede: la dignità della propria vita.
Situato accanto alla missione si trova l'ospedale – l'ospedale che da così lontano state aiutando. Ogni giorno vi sopraggiungono dall'intera vastissima regione moltissimi malati per ricevere prestazioni mediche.
Grazie alla qualità del servizio offerto, in breve tempo, l'ospedale di Chaaria è divenuto un punto di riferimento per migliaia di persone, anche persone affette da malattie agli occhi: avere difetti visivi e non potersi permettere le cure condanna alla marginalità sociale.
Per questo motivo si decise di attivare – ormai diversi anni addietro – un ambulatorio oculistico. Ogni primo venerdì del mese un ottico-oculista raggiunge l'ambulatorio dove trova, ad aspettarlo, fra le trenta e le cinquanta persone.
Per chi ha un po' di denaro non si presenta alcun problema, ma per coloro che vivono in condizioni d'indigenza gli occhiali sono un bene di lusso, il cui costo può rappresentare uno scoglio insormontabile. E qui si materializza qualcosa che, ne sono sicuro, renderebbe felice e orgoglioso di voi Benedetto Cottolengo: le prescrizioni inerenti i pazienti più poveri intraprendono per via telematica un viaggio di diverse migliaia di chilometri e giungono qui, all'Istituto Galvani. A questo punto voi costruite gli occhiali, questi partono in direzione della Piccola Casa di Torino e da lì giù a Nairobi dentro le valigie dei volontari che mensilmente muovono in direzione di Chaaria.
La Provvidenza – al Cottolengo è risaputo – ha un enorme fantasia e conosce infinite vie per manifestarsi. Pare che una di queste strade abbia avuto la benevolenza di collegare Reggio Emilia al Kenya.
E così tante persone assolutamente indigenti, costrette dal disturbo visivo a vivere ai margini della società, hanno beneficiato degli occhiali che avete costruito. In molti casi avete “ridato la vista” a persone che l'avevano gravemente compromessa. So, ad esempio, di ragazze orfane con gravi difetti visivi o di pazienti albini con capacità visiva molto bassa.
Ragazze e ragazzi, siatene consapevoli: il valore di quest'opera non ha prezzo.
Nonostante l'impossibilità di vedere il paziente avete operato in maniera eccellente dal punto di vista tecnico e professionale: gli occhiali sono sempre risultati ben fatti e adeguati al bisogno. Ora, con gli strumenti donati in questi anni, l'ambulatorio possiede quanto necessario e potrà operare ancora meglio.
Di tutto questo il Cottolengo, a nome di coloro che aiutate, vi è profondamente grato ed esprime tutto l'apprezzamento per il progetto “Occhiali per l'Africa”: progetto che unisce in sé il valore dell'esercizio della professione con quello di una solidarietà internazionale vera ed efficace.
La missione e l'ospedale di Chaaria vivono grazie all'infaticabile opera di fratel Giuseppe, Lorenzo, tanti fratelli locali, le suore e tanti, tantissimi collaboratori, tra cui le decine di volontari - italiani, europei - che ogni anno scendono a portare il proprio contributo competente e disinteressato e di tanti sostenitori che intervengono con le loro donazioni: sappiate, carissimi ragazzi e insegnanti, che fra questi volontari competenti e generosi ci siete anche voi; e voi, cari amici del Lions Club Albinea “Ludovico Ariosto”, sappiate che se in Kenya, a Chaaria, c'è un ambulatorio oculistico ed ottico efficiente è anche grazie a voi.
Di nuovo e di cuore: grazie
paolo riggio
L’intervento di Lino Marchisio il 20.11.09
(Non avendo il testo dell’intervento, al momento posso solo riferire quanto segue)
Il Presidente dei Volontari del Cottolengo Dott. Lino Marchisio ha poi espresso la gratitudine dell’Associazione per questa seconda donazione che permetterà all’ambulatorio ottico oculistico di operare nel modo migliore, con la prospettiva per la prossima primavera di avere anche una sala operatoria nella quale poter operare la cataratta.
La testimonianza degli studenti
La conclusione dell’incontro ha visto protagonisti gli studenti che hanno raccontato la loro esperienza di lavoro nell’ambito del progetto poi hanno guidato la visita al laboratorio ottico.
Intervenendo tre di loro hanno detto quanto segue.
In ogni esercitazione di laboratorio ottico noi realizziamo un occhiale; sappiamo però che quell’occhiale non sarà mai usato da nessuno. Quelle lenti dopo essere state valutate saranno buttate. Quando invece costruiamo un occhiale per l’Africa sappiamo che è tutto vero, ci sentiamo veramente ottici e sentiamo di collaborare ad un’opera sociale molto importante.
Quando si montano occhiali per pazienti dell’Africa siamo molto concentrati; dobbiamo cercare di non sbagliare … anche per non ritardare la spedizione. Montiamo anche lenti molto particolari, con poteri molto alti che a scuola non monteremmo mai e spesso questi pazienti sono molto giovani. È una grande soddisfazione perché questi ragazzi senza occhiali non possono vedere, mentre con gli occhiali potranno andare a scuola, potranno lavorare, … potranno tornare a vedere!
Il Progetto ci dà anche la possibilità di conoscere la grave situazione di povertà dei pazienti del Kenya per i quali costruiamo gli
occhiali. Hanno bisogno di occhiali da vista, ma il costo rimane assolutamente troppo alto per loro. Di fronte a queste situazioni spesso si dice: “Non ci possiamo fare niente” ed invece collaborando con l’Ospedale del Cottolengo e con i volontari che da Torino scendono a Chaaria, con l’aiuto anche del Lions Club Albinea, noi stiamo sperimentando che “insieme” si può fare molto. E questo è molto bello.
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