sabato 15 maggio 2010

London stop over

Sto tornando in Italia, ed ho deciso di accettare una proposta di un biglietto missionario che mi riporta in patria con un giro un po' lungo. Infatti oggi pomeriggio sono a Londra, ed ho la possibilita' di rivedere alcuni volontari inglesi che sono passati da Chaaria negli ultimi anni, oltre che un certo numero di compagni di scuola britannici con cui ho tenuto i contatti sin dal 1996. Ho inoltre l'opportunita' di raggiungere la "London School of Hygiene and Tropical Medicine", dove ho studiato per prepararmi alla missione africana.
E' emozionante per me rivedere, dopo 12 anni, la Chiesa dove ogni giorno andavo a Messa, salutare i Padri Serviti con cui condividevo la preghiera in coro, rivedere l'aula magna e la biblioteca in cui tante volte ho pianto, non tanto per la difficolta' della materia trattata, quanto per il fatto che,a quel tempo, il mio problema principale non era l'osticita' dell'argomento spiegato, quanto la difficolta' di comprensione della lingua inglese.
Saro' a Heathrow in serata e mi riposero' su una "comoda" panchina della sala d'attesa per essere gia' pronto al momento dell'imbarco.
Arrivero', a Dio piacendo e vulcano permettendo, a Malpensa alle 11.15 di domani.
Un abbraccio a tutti gli amici... e speriamo di rivederci

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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