martedì 8 giugno 2010

Amicizia inossidabile con i Salesiani di Lombriasco

Anche quest'anno Don Pedro, docente salesiano dell'Istituto di Lombriasco, non è mancato all'appello.
Mi ha immediatamente cercato ed oggi abbiamo materializzato il nostro tradizionale incontro.
Come sempre il "don" mi ha preparato una platea già molto sensibile ai problemi missionari.
Ho parlato di Chaaria di fronte a due sezioni della seconda media, ed ho scaldato il loro cuore con storie vere che la mia memoria faceva riaffiorare "a piede libero"... in questo sono stato veramente aiutato dalla loro encomiabile attenzione. Si può dire che veramente "non si sentiva una mosca volare".
Le domande sono state moltissime, ed insieme assai mature... e tutto questo a riprova del fatto che don Pedro, nelle ore di religione, ha veramente preparato bene questi giovani adolescenti.
Si tratta di proposte controcorrente per dei teenagers, in una cultura spesso molto vuota ed autocentrata.
A questo proposito mi ha profondamente colpito l'introduzione del Sacerdote, il quale ha detto ai suoi studenti di ricordare sempre che la carità è la misura del nostro cristianesimo, ed ha proposto loro come slogan il detto di Gesù: "neppure un bicchiere d'acqua dato per amore sarà dimenticato".
Sono stati momenti intensi, senza noia e senza sbadigli.
Una ragazza, Emma Rubinetti, mi ha consegnato una busta con dei soldi che lei ha raccolto in occasione della sua Cresima, invece di distribuire le bomboniere. Che bella sensibilità, già a tredici anni! Grazie cara Emma, e grazie anche ai tuoi genitori. Useremo il denaro come tu ci hai indicato: per i bambini che non potrebbero essere curati per mancanza di soldi.
Don Pedro ha poi lanciato un'altra adozione a distanza per queste due classi. Già avevano sostenuto Grace Gatengure per alcuni anni, prima che potessimo darle il lavoro. Ora indicherò a don Pedro un altro nome, e questi giovani si impegneranno a rinunciare a qualcosa per chi è meno fortunato di loro.
Grazie ancora a Don Pedro. Grazie ai Salesiani di Don Bosco, che sempre sono stati dei grandi amici e benefattori. Oltre a Grace già ci avevano dedicato una lotteria tre anni or sono per l'acquisto di materiali della sala operatoria.
Un abbraccio a questi giovani, a don Pedro ed ai Salesiani.

Fr Beppe

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Fratel Beppe,

Sono il papà di Emma Rubinetti e desidero ringraziarLa di cuore per continuare a trasmettere ai nostri figli quel grande insegnamento di carità, amore e fratellanza che dalla sua missione in Kenya giunge fino a noi, ad allietare i nostri cuori con il suo grande messaggio carico di speranza, di fiducia e di salvezza.

Con affetto e riconoscenza

Sergio Rubinetti

Anonimo ha detto...

Carissmo Fratel Beppe,

sono il papà di Emma e desidero ringraziarla di cuore per continuare a trasmettere ai nostri figli il suo grande esempio di carità, amore e fratellanza, che dalla sua missione in Chaaria giunge fino qui ad allietare i nostri cuori con il suo messaggio carico di Fiducia, di Speranze e di Salvezza.


Con affetto e riconoscenza

Sergio Rubinetti

Anonimo ha detto...

Caro fra Beppe, proprio stasera mentre attendevo mio figlio Stefano di 2 media, Don Pedro mi ha raccontato del tuo incontro con i ragazzi;mi auguro che la tua esperienza di vita sia per loro motivo di riflessione, di maturazione e di crescita morale.
Ti ringrazio di cuore per tutto quello che fai con i tuoi confratelli per questi nostri fratelli bisognosi.

Ti saluto affettuosamente.
Ezio Gennero, ex compagno di scuola alle medie.


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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