L’aereo si avvicina all’isola con un quarto d’ora di anticipo. Dall’oblo’ contemplo in lontananza la cupola innevata dell’Etna, che – mi dicono – non fuma da circa tre anni.
Mentre il velivolo plana e vira per l’atterraggio ammiro un paesaggio naturale stupendo, che in qualche modo mi fa ripensare a qualche film western. Vedo lo stretto di Messina: da qui sembra una sottilissima striscia di nastro blu.
Tocchiamo la pista senza difficolta’, e, appena i portelloni si aprono, vengo piacevolmente sommerso da un caldo torrido e secco che mi ricorda quello di Dar Es Salaam o Gatunga. Il sole picchia imperioso, ma non c’e’ afa... meravigliosa alchimia metereologica del Sud.
L’aeroporto di Catania e’ nuovissimo, moderno e veramente stupendo... somiglia molto a quello di Addis Abeba.
Lino mi accompagna immediatamente al parcheggio dove troviamo ad attenderci una potente automobile, con cui ci avviamo celermente in direzione di Siracusa.
Lino conosce la zona molto bene, e sfreccia sull’autostrada nuova di zecca. Parliamo molto durante il tragitto; ci confrontiamo e abbozziamo strategie per il futuro del volontariato in questa bellissima isola. Intanto la campagna, tante volte vista in televisione e per la prima volta contemplata in diretta, mi affascina per la sua bellezza non toccata da segni di degrado ambientale.
In quaranta minuti giungiamo sulla costa ionica, al lido di Noto. Il mare e’ limpidissimo e blu; la sabbia e’ finissima: mi pare di essere ai Caraibi o in qualche isola dei Tropici. Ci sono gia’ i primi bagnanti e quindi deve essere un mare ormai tiepido. Guardo l’orizzonte e mi perdo un attimo a sognare, pensando che poco distante c’e’ “la mia Africa”. E’ affascinante per me considerare, mentre mangiamo in un ristorantino sull’ arenile, che ci troviamo nei pressi di Capo Passero, cioè degli scogli piu’ s Sud della nostra Italia. Vengo anche colpito da un senso di acuta tristezza quando Lino mi parla degli sbarchi dei clandestini: penso alla loro poverta’, ai sogni infranti, a tutti i soldi che devono aver pagato a dei trafficanti senza scrupoli con la speranza di raggiungere un “eldorado” mai trovato, ai bambini stipati su quelle zattere galleggianti... e prego mentalmente anche per chi, in questo mare bellissimo ma infido, ha perso la vita. Qui lo Ionio ed il Tirreno si mescolano, e le correnti devono creare non pochi problemi a quei battelli rudimentali ed antiquati.
Visitiamo poi posti incantevoli con una natura da sogno... ed il tempo vola via. E’ormai sera e ci riserviamo qualche ora per visitare ed ammirare Noto, patrimonio artistico dell’umanita’ e gioiellino d’arte barocca d’inizio settecento. La zona e’ quasi completamente pedonale. Qui la gente alla sera passeggia, godendosi la gentile brezza che si leva dal mare e ti salva dal caldo torrido del solleone pomeridiano. Passeggiare e’ stupendo e rilassante. Grandi chiese e palazzi d’epoca ti riempiono gli occhi e ti rappacificano l’anima.
Dormiamo sodo a casa di Lino. Sono stanco ma molto contento per aver incontrato questa terra stupenda dove speriamo che la pianta del volontariato metta radici profonde e cresca come un albero forte e robusto.
Domenica mattina presto siamo gia’ in piedi perche’ vogliamo goderci ancora qualche scorcio di Noto prima di partire per Catania ad accogliere Giuseppe Farnese che si unira’ a noi oggi per l’ incontro con gli amici di Chaaria. L’orario del suo volo ci permette persino di partecipare ad una santa messa nella bellissima cattedrale di Catania.
Catania e’ davvero una splendida citta’, per un verso molto signorile e per per l’altro un po’ caotica... come per esempio nello stupendo mercato alimentare all’aperto, che tanto mi ha ricordato il caos di Meru o Nairobi.
Al pomeriggio ci siamo spostati ad Acireale e siamo stati accolti con ospitalita’ stupenda dal Dr Vincenzo Scala, anima e propulsore del volontariato per Chaaria. La sua ospitalita’ ed il suo calore hanno creato una stupenda atmosfera che poi si e’ trasferita allo Sheraton di Acicastello dove abbiamo incontrato gli altri amici.
Sono stati momenti stupendi in cui ho potuto riabbracciare persone care con cui avevo condiviso momenti duri e soddisfazioni nel periodo vissuto insieme in Kenya.
C’erano anche facce nuove, con cui abbiamo pianificato future esperienza a Chaaria.
E’ stato un incontro molto produttivo e programmatico. Grazie all’entusiasmo di tutti, siamo arrivati ad un piano che potra’ prevedere almeno tre “missioni siciliane a Chaaria” ogni anno. Abbiamo posto le basi per un miglior coordinamento con gli altri chirurghi che, sia dal Nord sia dalla Sardegna, gia’ vengono ad aiutarci. Siamo stati onorati anche dalla presenza di un giornalista di una importante testata giornalistica siciliana a tiratura nazionale.
Il gruppo di Catania ha veramente brillato per calore, amicizia ed impeccabile organizzazione. Il nostro incontro si e’ quindi concluso con una bella “pizzata” in riva al mare.
Ora l’aereo scivola leggero verso Settentrione; sotto di noi un mare estremamente blu; al mio fianco Giuseppe e Lino che ringrazio di cuore per l’occasione offertami di mettere piede in quella terra meravigliosa che e’ la Sicilia; nel mio cuore tanti volti e tanti sorrisi ricevuti in questi due giorni.
Che bello volersi bene! Che bello essere focalizzati ed avere un comune ideale, un motivo ispiratore che ci unisce pur con i nostri limiti e con le nostre diversita’.
Grazie, Signore, per averci donato gente come quella che ho incontrato; ce lo siamo detti, e ci crediamo: non siamo insieme per cercare la gloria; non ci associamo per poi perderci in inutili baruffe, perche’ il nostro scopo e’ chiaro: avere sempre al centro il bene dei malati che vogliamo aiutare. In questo trova unita’ la nostra diversita’, ed in questo scoviamo una forza autorigenerante per andare sempre avanti senza scoraggiarci.
Fr Beppe Gaido
Ed ecco alcuni dei chirurghi volontari....
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