sabato 22 settembre 2012

Onomastici


Il 17 settembre e’ stato l’onomastico di Fr Roberto Trappa, nostro superior locale. Quel giorno lo abbiamo festeggiato nella preghiera e del pasto fraterno. Sulla torta in suo onore era scritto un grosso numero 20, perche’ Fr Roberto quest’anno ricorda anche i suoi vent’anni di Piccola Casa. 
Ancora auguri a Fr Roberto sia per l’onomastico che per il ventennio di vita religiosa. Ringraziamo il Signore per la sua presenza a Chaaria con noi, e chiediamo scusa per il ritardo con cui lo abbiamo ricordato sul blog. 
Lo stesso giorno, abbiamo anche festeggiato e pregato per Fr Robert Maina, ed abbiamo ricordato tutti i Roberti e le Roberte della Piccola Casa.
Oggi poi, puntualmente stavolta, vogliamo porgere i nostri fraterni e sinceri auguri di buon onomastico a Fr Maurizio, che ancora e’ nel cuore di tanti qui a Chaaria. 
Gli porgiamo i nostri migliori auguri e gli promettiamo la nostra preghiera secondo tutte le sue intenzioni. 
Siamo certi che tutto il bene da lui compiuto qui in Kenya restera’ per sempre, e sara’ parte dei tanti meriti da lui guadagnati di fronte all’Altissimo.
Il compleanni e gli onomastici sono momenti importanti, da non lasciar passare inosservati, perche’ fanno crescere la fraternita’.
In quest’ottica di comunione porgiamo anche i migliori auguri di buon onomastico al nostro volontario Matthew, di Lublino in Polonia: siamo in ritardo di un giorno, ma siamo certi che la nostra preghiera per lui non lo sara’, perche’ in Dio non c’e’ tempo.
Felicitazioni ed auguri a tutti!
La comunita’ di Chaaria



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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