mercoledì 24 luglio 2013

Lettera di Max Albano e Paolo Cignozzi... commento al libro...

Ciao, come promesso ti mando il commento del mio amico Paolo Cignozzi, una persona che stimo molto, colto, aperto appassionato. 
Ho parlato spesso con lui di Chaaria e della mia esperienza, dell'ambiente ed ovviamente di te. Quando ho scritto su Facebook che era uscito il libro e che lo avevo letto con piacere, ne ha ordinato una copia e poi mi ha scritto questo commento, lasciandomi libero di pubblicizzarlo con chi volessi. 
A me è sembrato molto bello e profondo. Quindi, se vuoi, puoi anche pubblicarlo. 
Un abbraccio. 

Max



"Ad un passo dal cuore " di Beppe Gaido

Ho terminato la lettura di "Ad un passo dal cuore" ed ecco le mie, non saprei se chiamarle riflessioni, emozioni o entrambe le cose.
Nelle prime pagine traspare il diario, la quotidianità come ognuno di noi può immaginarla in una missione, con tutte le difficoltà che essa comporta. Abituati purtroppo, al mondo virtuale, "pornografico", nel quale i drammi ci vengono venduti, si fatica a coglierne la Realtà e Drammaticità.



Poi piano piano emerge l'aspetto più intimo, quello che a mio parere costituisce l'essenza di tutta l'esperienza Chaaria...Beppe è un Poeta! 
Ciò che lo ha spinto ad una impresa di questa portata può essere solo la Follia, la Sacra Follia che da sempre contraddistingue le persone come lui ! In quelle condizioni non bastano il coraggio, la Fede del buon cristiano e un generico amore per il prossimo, ci vuole qualcosa di diverso capace di farti cogliere e amare ciò che ti circonda per quanto umile e difficile esso sia: il sorriso di una donna, un bimbo che nasce, uno che non ce la fa e muore.
Chaaria è un'esperienza totale di confronto con persone, luoghi e realtà molto distanti dalla nostra, ma che conserva il vero significato di ogni espressione di vita. 
E' un libro che regalerò e consiglierò perchè ci insegna a riconoscere che la nostra fragilità può diventare la nostra forza.
A presto,

Paolo


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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