giovedì 11 gennaio 2018

Fusione retrocalcaneale

Si tratta di una misura estrema che siamo chiamati a usare per danni estremi della tibia distale.
E' una tecnica che permette la fissazione interna di fratture particolarmente brutte dell'estremo distale della tibia.
La fusione retrocalcaneale permette anche di evitare l'uso di placche che spesso poi decubitano sulla pelle, creano escare ed esposizioni ossee, con rischio di osteomilelite e conseguente gravissimo impedimento alla guarigione.
Contrariamente a quanto puo' sembrare poi, il paziente riesce ad avere una deambulazione pressoche' normale, pur avendo una rigidita' dell'articolazione tibio-tarsica.
E' una tecnica che abbiamo imparato a settembre scorso negli USA e che ora siamo in grado di eseguire da soli, aumentando cosi' le nostre possibilita' di aiutare chi e' nel bisogno.
Ovviamente siamo molto soddisfatti di riuscire a mettere in pratica quanto con pazienza gli amici americani ci hanno insegnato.
Il paziente in questione e' gia' in grado di camminare 3 giorni dopo la fissazione interna di quel disastro di frattura che si era procurato alcune settimane fa cadendo in piedi da un tetto.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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