domenica 18 novembre 2018

Senza bisogno della radio

Una donna di 42 anni ha riportato una brutta frattura esposta di tibia e fibula.
E' giunta ieri qui da noi da oltre 150 chilometri di distanza.
Considerando il caso molto urgente l'abbiamo subito portata in sala e ripulita da tutti i rimasugli di sporco della strada che eran finiti nella ferita. 
Abbiamo lavato con fisiologica e disinfettante ed abbiamo suturato, rimettendo le ossa dentro. Ovviamente abbiamo iniziato immediatamente antibiotici ad ampio spettro.
Oggi l'abbiamo portata in sala per l'intervento di fissazione interna, che per fortuna e' stato abbastanza facile.
La paziente era in anestesia spinale, e quindi ovviamente sentiva il rumore del trapano e del martello che sempre accompagna un intervento ortopedico.
Per niente intimorita da tutto questo, la donna ha cantato dall'inizio alla fine dell'operazione e ci ha davvero rallegrato: una paziente che canta durante un intervento non ha certamente male e quindi l'anestesia e' stata ottima; inoltre si fida ciecamente di noi e non ha paura.


E' stato proprio bello operare con questo sottofondo musicale, ed e' stato toccante vedere il sorriso della donna ad operazione conclusa

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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